Dossier brasile
Il Brasile, unico Paese di colonizzazione portoghese del continente americano, è la più grande potenza economica (ottava potenza industriale del mondo), demografica e territoriale (8.511.996 kmq, 28 volte l'Italia) dell'America latina. La forte diffusione della schiavitù (abolita solo nel 1890), che negava l'istruzione agli afroamericani, insieme alla grande dispersione della popolazione su un vastissimo territorio, condizionò fortemente lo sviluppo del sistema educativo nel Paese. Le circa 400 etnie che popolavano il territorio brasiliano all'arrivo dei Portoghesi nel 1500 avevano proprie modalità orali di diffusione del sapere pratico e filosofico - religioso. L'educazione intesa secondo i criteri europei e in lingua portoghese venne introdotta nel 1549 dai sacerdoti gesuiti, che continuarono a gestirla (come in Paraguay e in Argentina) per oltre 200 anni. Il primo movimento politico - culturale per rendere laica, universale e gratuita l'istruzione risale al 1834, ma ancora nel 1872 solo il 2% della popolazione in età scolare era iscritta alla scuola elementare e, nel 1900, il 66% della popolazione era analfabeta. Nel 1930, fu creato un Ministero dell'educazione e nella costituzione federale del 1934 vennero stabilite le competenze del governo federale quale ideatore e promotore dell'educazione nazionale. 2 solo nel 1961, però, che una legge (Legge 4.024/61), in seguito riformata nel 1971 (Legge 5.692/71), sancì il ruolo dello Stato nella promozione dell'educazione di base tra gli strati rurali, da sempre emarginati dal sistema educativo. Il processo di sviluppo della scuola ha seguito lo sviluppo socio - economico del Paese, con le sue marcate disparità. A tutt'oggi, il 16,7% dei Brasiliani è analfabeta, la più alta percentuale di analfabetismo dell'America del sud, insieme alla Bolivia. Tale tasso varia nettamente tra città e campagna e secondo la fascia di età: in ambito rurale, il 56% delle donne sopra i 30 anni è analfabeta. Nonostante i progressi